diritti inespressi pensionati

DIRITTI INESPRESSI DEI PENSIONATI

I cosiddetti “diritti inespressi” sono una serie di aumenti, sgravi e agevolazioni, applicabili alle pensioni inferiori a €750,00 mensili solo attraverso un’apposita domanda da presentare all’INPS.

Si chiamano inespressi, benché siano diritti, perché non è prevista l’erogazione automatica da parte degli uffici preposti.

Pertanto, se il pensionato interessato non ne fa esplicita richiesta il diritto viene ignorato.

L’INPS da diversi anni tramite la sola prestazione del modello RED richiesto al pensionato o tramite la consultazione dei dati messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate, eroga in automatico tutta una serie di prestazioni. Di contro, dal 2013 in poi l’istituto non ha più inviato a casa il modello Obis M con cui in precedenza informava il pensionato; era uno strumento che consentiva agli interessati di capire come fosse composto l’assegno.

I potenziali beneficiari dei diritti inespressi dei pensionati sono tutti i pensionati con un importo lordo inferiore a € 750 mensile e quindi un pensionato su tre. Su un totale di 18,1 milioni che ricevono l’assegno, sono almeno 6 milioni gli interessati. Di solito l’importo riconosciuto con una pensione bassa si aggira tra i 50 e gli 80€, una somma non irrilevante per chi riceve trattamenti minimi. Ma vediamo quali siano questi diritti inespressi.

Sostanzialmente si tratta di tutte quelle prestazioni assistenziali e previdenziali erogate dall’INPS in seguito alla prestazione della domanda specifica:

  • Le integrazioni al trattamento minimo;
  • Le maggiorazioni sociali;
  • L’aumento al milione;
  • La pensione di cittadinanza;
  • La 14° mensilità
  • Le prestazioni a favore degli invalidi civili;
  • L’assegno al nucleo familiare per i pensionati dipendenti;
  • L’assegno familiare per i pensionati dipendenti;
  • L’assegno familiare per i pensionati autonomi;
  • La maggiorazione per ex combattenti.

LE PENSIONI INTEGRATE AL MINIMO

L’INPS calcola la pensione sulla base dei versamenti effettuati e, se l’importo è inferiore al minimo di legge, aggiunge una integrazione a carico dello stato.

Ma questa oggi è legata ai redditi personali, per chi vive da solo e a quelli della coppia, per chi è coniugato.

La legge fissa determinati limiti di reddito aggiornati di anno in anno in base al tasso di inflazione. Da quest’anno le pensioni sono cresciute dell’1,1%, ciò vale anche per i limiti di reddito che crescono anch’essi di conseguenza. A seconda del reddito può essere assegnata la misura intera o ridotta. Per esempio, un pensionato che ha maturato con i soli contributi una pensione di €200 al mese e possiede redditi, per cui la pensione sarà di €456,78 al mese, inferiore al trattamento minimo.

LA MAGGIORAZIONE SOCIALE (diritti inespressi)

Per chi vive con una sola pensione minima o quasi, la legge riconosce le cosiddette maggiorazioni sociali, che variano in base all’età del pensionato. La quota aggiuntiva è di €28,83 al mese per coloro che hanno dai 60 ai 64 anni, di €82,64 per chi ha un’età che si colloca tra i 65 e i 69 anni. Dai 70 anni in su l’integrazione è di €136,44.

I 70 anni richiesti si possono ridurre fino ai 65, in ragione di un anno per ogni cinque di contributi versati. Per gli invalidi totali l’età minima è di 60 anni. Nel 2019 le maggiorazioni sono subordinate ai limiti di reddito riportati nella tabella B. Per i non coniugati il limite di reddito riportati nella tabella B. Per i non coniugati il limite di reddito personale è dato dall’ammortamento del trattamento minimo, più l’importo annuo della maggiorazione. Mentre per i coniugi di reddito della coppia non deve superare il limite personale, maggiorato dell’importo dell’assegno sociale.

LA PENSIONE AL MILIONE

Chi ha ottenuto la maggiorazione fino ad un milione di vecchie lire al mese può contare quest’anno su un assegno di €649,45: la cifra si ricava sommando all’importo del trattamento minimo di €513,01 la maggiorazione di €136,44 prevista dalla legge 127/2007 che ha aumentato le pensioni basse. La maggiorazione spetta ai pensionati meno ambientati dai 70 anni in su. Nel 2019 ne può beneficiare ci ha un reddito personale annuo non superiore ad €14.396,72. Per evitare disparità di trattamento tra chi ha versato contributi per parecchi anni e chi ha raggiunto la pensione con pochi versamenti, la legge ha previsto che il limite di 70 anni per ottenere l’aumento si riduca, fino ad un massimo di 65 anni, di un anno ogni 5 di contributi versati.

QUALI REDDITI

Sia per la pensione minima che per la maggiorazione sociale (diritti inespressi), l’INPS considera tutti i redditi di qualsiasi natura, compresi quelli esenti o tassati alla fonte come gli interessi bancari e postali, i rendimenti da Bot e altri titoli. Nel computo rientrano anche le rendite Inail e gli assegni assistenziali. In altre parole, bisogna denunciare tutto eccetto i redditi provenienti da: casa di abitazione; pensione di guerra; assegno di accompagno; trattamenti di famiglia; sussidi erogati da enti pubblici senza carattere di continuità.

LE PENSIONI DI CITTADINANZA

CARATTERISTICHE

La pensione di cittadinanza rappresenta l’equivalente del Reddito di cittadinanza per le persone che hanno più di 67 anni. I requisiti reddituali e patrimoniali per accedervi sono analoghi a quelli del Rdc. A differenza di quest’ ultimo, però, che dura 18 mesi rinnovabili, la pensione non ha scadenza se permangono i requisiti per fruirne. Anche quste richieste rientrano nei diritti inespressi in quanto è possibile usufruirne solo su specifica richiesta.

REQUISITI

È richiesto un ISEE non superiore a €7.560, aumentato a €9.360 se il beneficiario vive in affitto. Inoltre il patrimonio immobiliare, diverso dall’eventuale casa di priorità, non deve superare €30 mila, mentre quello mobiliare ha un limite di €6.000, che diventano €8.000 in caso di coppia di pensionati, Oltre a ciò, non possono possedere ad alcun titolo natanti oppure autoveicoli e motocicli con determinate caratteristiche.

IMPORTO

L’importo massimo della pensione di cittadinanza, per un singolo, è di€780al mese di cui 150 riconosciuti, nel caso, quale contributo per l’affitto dell’abitazione.

RICHIESTA E FRUIZIONE

Il decreto descrive in modo molto approfondito la modalità richiesta e di mantenimento del Reddito di cittadinanza, che è legato anche alla partecipazione e programmi di politiche attive. Questi ultimi non sono invece previsti per i destinatari della pensione di cittadinanza, che è legato anche alla partecipazione a programmi di politiche attive. Questi ultimi non sono invece previsti per i destinatari della pensione di cittadinanza rispetto alla quale il decreto non indica in modo dettagliato la procedura di concessione e la convivenza con una pensione di vecchiaia o altre tipologie di pensione. La platea delle pensioni di cittadinanza è stata inizialmente stimata in circa 3 milioni, ad oggi solo 100 mila pensionati hanno presentato la richiesta. È certamente una procedura complessa che consente un aumento esponenziale dei diritti inespressi non rivendicati.

LA QUATTORDICESIMA MENSILITA’

Anche questa prestazione è da considerare tra i diritti inespressi dei pensionati da richiedere. Per i requisiti di età, reddito e importi dovuti.

GLI ASSEGNI FAMILIARI

Molti pensionati non sanno che, se hanno un congiunto a carico, un familiare disabile o se vivono da soli ma sono disabili, hanno diritto agli assegni famigliari. Occorre anche in questo caso presentare esplicita richiesta (sono diritti inespressi). La prescrizione di questi diritti è quinquennale. È possibile, quindi, recuperare le somme spettanti e mai percepite nei cinque anni precedenti.

Nel nostro ufficio è possibile avere consulenze ed assistenza ai quei pensionati che non hanno mai chiesto “i diritti inespressi“. Lo STUDIO ANDOLFO e CAF CISAL si trova a Padova in Viale Codalunga 4/F, è possibile fissare un appuntamento allo 049.66.55.43

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